Trentino, la sfida per rilanciare produttività e competitività
La presentazione, oggi nella sede di piazza Dante, ha chiamato a raccolta oltre una sessantina di persone, con i rappresentanti di Ocse, Banca d’Italia, Università di Trento con i dipartimenti di Giurisprudenza, Economia e Sociologia, Agenzia del lavoro, ISPAT, FBK, Camera di commercio industria, artigianato e agricoltura di Trento, nonché di sindacati e associazioni di categoria.
Ai lavori hanno partecipato, fra gli altri, Laura Pedron, dirigente generale del Dipartimento sviluppo economico, ricerca e lavoro della Provincia, che ha parlato dell’avvio dell’organismo previsto dalla legislazione provinciale, Roberto Torrini, economista del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia, e Enrico Tundis, ricercatore dell’Istituto di Statistica della provincia di Trento (ISPAT), con la chiusura affidata a Paolo Nicoletti, direttore generale della Provincia autonoma di Trento.
Il Coordinamento, affidato al Centro Ocse di Trento, fa riferimento a due gruppi, il gruppo degli stakeholder (sindacati, associazioni di categoria, istituzioni) e il comitato scientifico che ha funzione analitica di produrre gli studi e le analisi, con le eccellenze del sistema di ricerca della provincia: oltre all’Ocse, Banca d’Italia, FBK-IRVAPP, ISPAT, Università di Trento.
L’orizzonte è triennale, con l’obiettivo di produrre ogni anno un rapporto analitico focalizzato su tematiche specifiche. Il primo report è atteso per dicembre 2023.
L’ISPAT ha presentato il progetto di ricerca, sviluppato nel corso del 2022, nel quale è stata realizzata un’analisi approfondita della produttività e competitività. L’obiettivo del progetto è quello di descrivere, attraverso un sistema organizzato di dati e indicatori, le caratteristiche strutturali del sistema economico locale, le performance settoriali, sia in termini dinamici che in confronto con alcuni territori. Un lavoro che potrà costituire la base di riferimento per i lavori e le ricerche del Coordinamento e per orientare al meglio le politiche pubbliche sul tema.
Dal punto di vista dei dati, il Trentino registra una situazione con luci e ombre. La produttività della provincia è infatti cresciuta fino al 2000, mantenendo valori superiori sia alla media europea che italiana (43 euro per ora lavorata nel 2000, contro i 41 del resto d’Europa e i 37,5 del resto d’Italia). Per poi rallentare nel corso del nuovo millennio, con un appiattimento della curva che ha seguito - pur con valori superiori - l’andamento italiano e non quello della media europea che è invece cresciuta in modo più marcato. Il Trentino registra per il 2022 un valore di 46 euro per ora lavorata, contro i 48 euro della media europea e i 38 della media italiana.
