Salari: oggi l’incontro tra Provincia, Coordinamento imprenditori e sindacati

Lavoro congiunto per individuare azioni di sistema
È tornato riunirsi nel pomeriggio di oggi il tavolo di lavoro dedicato al tema salariale in Trentino. In Sala Depero, presso il Palazzo della Provincia, il presidente della Provincia autonoma di Trento e l’assessore provinciale allo sviluppo economico, lavoro, università e ricerca hanno incontrato le categorie economiche e le sigle sindacali per un approfondimento dettagliato e puntuale, come richiesto dalle parti nella precedente riunione del tavolo.
Il presidente e l’assessore provinciale, nel confermare la difficoltà ad essere competitivi sul fronte delle retribuzioni, hanno sottolineato la necessità di lavorare insieme alle imprese e ai sindacati per individuare soluzioni sistemiche capaci di invertire la tendenza e che consentano al Trentino di rimanere attrattivo anche sul fronte del mercato del lavoro.
Nel chiudere l'incontro il presidente ha informato che le strutture provinciali metteranno a punto una piattaforma di lavoro che conterrà possibili percorsi ed ipotesi di studio e che sarà illustrata nella prossima riunione del tavolo.

Insieme al presidente e all’assessore provinciale era presente il direttore generale della Provincia Raffaele De Col e numerosi dirigenti generali, tra cui Laura Pedron, dirigente del Dipartimento sviluppo economico, ricerca e lavoro, che ha illustrato ai presenti i dati sulla situazione salariale in Trentino con un dettaglio settoriale e per dimensione di impresa.

Relativamente ai salari, dai dati è emerso come le retribuzioni in Trentino siano mediamente più basse rispetto all’Alto Adige, in taluni casi anche rispetto al Nord-Est, soprattutto per i profili non operai e non apprendisti. Un divario che sale all’aumentare delle professionalità. Si parla di un dato che oscilla tra il 2 e il 3 per cento, e che cresce con i livelli retributivi alti. 
Dai dati si evince come le retribuzioni in tutti i settori siano fortemente dipendenti dalla dimensione di impresa e crescono al crescere delle dimensioni dell’impresa. A fronte di 45.025 imprese, 39.652 attività raggiungono i 9 addetti (8.500 con un solo addetto e 15mila imprese individuali, senza addetti), mentre 2.599 contano da 10 a 49 addetti.

Nell’ambito turistico si registrano divari retributivi notevoli, dell’ordine di 10-15 euro al giorno, per la stessa mansione all’interno dello stesso territorio provinciale tra le diverse valli, mentre la media della retribuzione agricola è fortemente influenzata al ribasso dalla presenza della qualifica del “raccoglitore” (74% dei lavoratori), figura professionale di basso inquadramento e (molto) presente solo in Trentino per la fase della raccolta, mentre considerando i soli operai specializzati e qualificati “super” che sono ingaggiati con contratti più lunghi, il comparto si dimostra in linea con i dati del Nordest, in alcuni casi anche migliori dell’Alto Adige.

Sul fronte delle retribuzioni, l’elevato numero del part time rispetto ad altri territori incide sul gender pay gap, che è pari al 15,7% (in Alto Adige 17,2%, nel Nord-est 16.7, in Italia il dato è fermo al 12,6%).

Riguardo il contesto occupazionale più in generale, i dati dicono che il mercato del lavoro trentino resta comparabile con quello dei pesi più industrializzati d’Europa, con un tasso di attività pari al 73% (66,7 in Italia), un tasso di occupazione che raggiunte il 70,2% (61,5% in Italia) e un tasso di disoccupazione stabile al 3,8% (7,7% dato nazionale).
Se cresce l’occupazione a tempo indeterminato, che ha raggiunto il 60% delle attivazioni (a fronte del 43% in Alto Adige), il Trentino parte comunque nel 2022 da una situazione di lavoratori a termine di oltre il 3% maggiore che nel resto d’Italia (soprattutto per effetto dei settori agricoli e turistici).
Punto critico anche per le imprese trentine è la difficoltà nel reperire manodopera qualificata, anche a causa della concorrenza dei territori limitrofi. Gli ultimi dati Excelsior dicono che il 58,9% delle imprese in Trentino fatica a trovare figure professionali, la percentuale è superiore a quella registrata a livello nazionale (47,9%) e nel Nord-est (53,7%). La popolazione in età lavorativa è in flessione, ma il tasso di disoccupazione sta continuando a decrescere (oggi tasso al 3,8%).

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