Parità di genere, urgente cambiare rotta

Italia fanalino di coda in Europa per l’occupazione femminile, fondamentale fattore di empowerment
FESTIVAL ECONOMIA TRENTO - “Non è vero che la parità di genere in Italia sta diventando realtà. Sono i numeri a dircelo: a fine anni 70 il tasso di occupazione femminile era al 33%; oggi siamo appena al 50%, in fondo alla graduatoria dei Paesi europei. La risposta dell’Italia? Interventi blandi, non azioni di sistema.”
Non usa mezzi termini Linda Laura Sabbadini, Chair Women20 e direttrice dipartimento Istat, nel fotografare lo scenario italiano riguardo alla parità di genere fra ostacoli e (pochi) obiettivi raggiunti.
All’incontro nella sala di rappresentanza di Palazzo Geremia, moderato da Monica D’Ascenzo, giornalista de Il Sole 24 Ore, Sabbadini ha lanciato un appello per una radicale inversione di rotta in Italia, “rimasta quasi ferma mentre altri Paesi ci hanno raggiunti e superati”. Un intervento “sottoscritto” davanti al pubblico del Festival dalla professoressa Paola Villa dell’Università di Trento.

Siamo fermi – ha affermato Linda Laura Sabbadini – in una situazione di assoluta emergenza che richiede un piano straordinario per l’occupazione femminile. Il quadro è particolarmente grave al Sud, ma anche nelle regioni più dinamiche del Nord Italia la situazione è tutt’altro che rosea. “Azioni concrete non se ne intravedono – ha detto Sabbadini – mentre vediamo grande attenzione rivolta ad altre tematiche, come le infrastrutture, la transizione ecologica e digitale, dove si spendono miliardi. Tutte cose importanti, ma dobbiamo essere coscienti che la parità di genere non è considerata fra le priorità del Paese, anche se ci dicono il contrario.”
Sulla stessa linea la professoressa Paola Villa dell’Università di Trento, che ha ripreso il tema dell’occupazione. “Chi lavora – ha detto – ha risorse economiche e queste risorse, poche o tante che siano, danno indipendenza economica, fondamentale per l’empowerment.

Questo ha a che fare con la possibilità di prendere decisioni in modo autonomo; pertanto, quando si parla di parità, dobbiamo tenere in grande considerazione l’occupazione.”
Dal lavoro al PNRR: “In Italia – ha aggiunto la professoressa Villa – le linee guida dedicavano inizialmente pochissimo spazio alla parità di genere. Dopo il cambio di governo le cose sono migliorate, ma l’impianto di fondo è rimasto inadeguato a livello italiano come, peraltro, a livello europeo.”

I problemi non riguardano “solo” il mondo del lavoro, ma anche un altro fondamentale settore, l’istruzione: le donne italiane non investono quanto le loro coetanee europee negli studi universitari. Ma è proprio sull’istruzione che bisogna investire, è stato detto all’incontro. Una formazione continua quale strada maestra per il mondo del lavoro e per un’autentica parità di genere.

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