Lo Stato allenatore, per far vincere l'Italia con il PNRR

L’assessore Spinelli: “Stato e Provincia, un faro nella notte della pandemia”
Lo Stato arbitro, lo Stato giocatore, la figura ibrida dello Stato allenatore che accompagna le imprese. Sulla formula migliore, soprattutto per la ripartenza dalla pandemia, “non ci sono evidenze empiriche”, afferma il docente della Luiss Fabiano Schivardi. Una metafora calcistica per introdurre il forum “La mano pubblica e l’uscita della crisi”, al Teatro sociale per il Festival dell’economia di Trento. Ospiti Andrea Montanino, capo economista di Cassa depositi e prestiti, Luisa Torchia, docente dell’università Roma Tre, l’assessore allo sviluppo economico della Provincia autonoma di Trento, Achille Spinelli, Roberto Hugo Tentori, presidente di Grant Thornton Consultants. Un confronto, moderato dalla giornalista Paola Pica, che inevitabilmente tocca la scommessa del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Pica apre citando la notizia del giorno, l’accordo internazionale sulla tassa minima alle multinazionali e il clima di ottimismo espresso a Trento dai ministri sugli obiettivi del PNRR. Schivardi ricorda “la nuova richiesta di protezione, emersa dopo tre crisi, ultima quella del Covid, di un ruolo dello Stato nell’economia, esattamente la domanda posta dal Festival di fronte a cui però non abbiamo risposte chiare”.

Montanino aggiunge altre due posizioni alla metafora calcistica: “Lo Stato erogatore, quello a cui siamo stati abituati quando cresceva il debito pubblico, e lo Stato promotore che interviene quando non ci sono risorse. A mio avviso il compito dell’istituzione è incentivare iniziative che convoglino capitali e risparmi privati verso obiettivi di politica economica. Creare esternalità positive è una buona cosa”.

Spinelli parte dal periodo vissuto da amministratore nella fase acuta del Covid. “Nei momenti più difficili siamo stati visti come un faro nella notte, lo Stato era il faro principale, noi il faro locale, in un rapporto diretto della Provincia con le persone che hanno sofferto la pandemia. Abbiamo investito tante risorse per dare una risposta, sfruttando la nostra autonomia, con un mix di interventi. Ora bisogna andare oltre i ristori, progettare il futuro e non subirlo: le risorse del PNRR saranno la benzina necessaria per la ripartenza. Quanto alle Pmi, nel nostro territorio puntiamo sulla crescita delle aziende e sui bandi per la managerialità, per attirare risorse qualificate anche da fuori”.

Tentori, italoargentino, attento osservatore delle economie di Argentina, Cile e Brasile, sottolinea il ruolo dell’industria per il benessere di una nazione. “Bisogna fare di tutto per salvare il manifatturiero, se questo perde terreno l’intera società ne soffre. Riguardo all’Italia, ha un settore produttivo fortissimo e il genio italiano è invidiato in tutto il mondo”. Per le sfide del PNRR “mi piace uno Stato allenatore, che spinga i giocatori bravi e rimuova quelli che non lo sono, e che a tempo debito sappia tirarsi indietro, cosa che di solito uno Stato fatica a fare”.

Luisa Torchia parla del piano di ripresa e resilienza come “una grandissima sfida e anche un rischio: mette alla prova lo Stato italiano nell’essere capace di stabilire le regole del gioco e farle rispettare”. “Non a caso - continua - la riforma delle giustizie è uno dei punti chiave chiesti dall’Europa. Seconda cosa, noi siamo più bravi quando abbiamo una scadenza urgente. Bisogna cominciare a ragionare sulle riforme a lungo termine, non solo sui primi decreti approvati di cui misureremo l’effetto nella seconda parte dell’anno. Il 2023 è vicinissimo”.

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