“La qualità sarà il vero fattore di sviluppo della montagna”

Le conclusione dei quattro gruppi di lavoro agli Stati generali della montagna di Comano Terme
La qualità globale - dai servizi ai prodotti, dal territorio all’organizzazione della cosa pubblica - sarà il vero motore della prossima stagione di sviluppo della montagna. E’ questa la parola chiave che attraversa temi e discussioni agli Stati generali della montagna di Comano Terme. Oggi il progetto partecipativo si è concluso con le sintesi finali, frutto di un’attività durata due mesi e che ha coinvolto oltre 300 tra stakeholder e portatori di interesse di 15 diversi territori. I protagonisti della giornata conclusiva sono stati i rappresentati dei gruppi di lavoro delle quattro macro aree - Governance, Accessibilità ai servizi Sviluppo economico e coesione sociale, Paesaggio ambiente e territorio - che hanno presentato la visione provinciale del Trentino futuro alla giunta provinciale, presente in sala, e ai delegati.

Di seguito, la sintesi dei quattro gruppi di lavoro.

Governance

Il rappresentante di Fai della Paganella, Gabriele Tonidandel, ha ripercorso la sintesi del gruppo di lavoro sulla Governance che si è concentrato su quattro punti. Il presidio del futuro del Trentino passa attraverso l’identità, segnata dalla difficoltà dei Comuni a rispondere a bisogni e necessità dei cittadini. “Serve un nuovo sistema di ridistribuzione delle risorse - ha esordito Tonidandel - che consenta ai Comuni di utilizzare gli strumenti indispensabili per generare visione e ruolo guida”. Allo stesso tempo va valorizzata, anche in termini finanziari, la figura dell’amministratore chiamato a livelli sempre più alti di competenza.

Semplificare il presente significa ridurre il carico di burocrazia, problema che è frutto anche di un quadro normativo di regole voluto dalla stessa amministrazione pubblica: “La sfida è semplificare, trovando l’equilibrio tra norme a garanzia della legalità e norme che finiscono per rallentare, se non bloccare, gli iter burocratici”. 

Il tema più dibattuto è sicuramente quello del territorio e della Comunità di valle. “Al nostro interno è condivisa la necessità di avere un ente intermedio ma va ripensato il suo ruolo politico, puntando sui servizi”. Quanto alla gestioni associate va ragionato il vincolo della obbligatorietà all’interno di un quadro complessivo che valga per tutto il territorio. Non deve passare il messaggio 'liberi tutti'”. 

In tema di reti e relazioni, il gruppo della Governance chiede più connessione tra Provincia autonoma di Trento e territori: “Questi ultimi devono poter condividere con la Provincia le decisioni strategiche ed avere maggiore peso nelle decisioni”.

Accessibilità ai servizi 

Il presidente della Comunità della val di Fiemme, Giovanni Zanon, ha insistito sul ruolo delle valli, confermando il momento di difficoltà dei Comuni. “I territori devono essere riorganizzati e chiedono di essere coinvolti in decisioni strategiche quali la riorganizzazione dell’Azienda sanitaria. La grande sfida del futuro  - ha continuato Zanon - è l’assistenza agli anziani con i servizi di residenzialità che integrano ospedali e case di riposo”. Zanon ha invocato, infine, un’Alleanza delle Alpi: “Non possiamo pensare di agire da soli perché è importante confrontarci con altre realtà simili alle nostre e condividere le esperienze”.

Ai giovani ha dato voce, Egidio Bertolini che ha parlato di formazione e mobilità: “E’ fondamentale investire nei giovani per dare loro la dignità di sentirsi trentini e parte integrante del mondo della montagna, perché solo così sarà possibile acquisire un’identità culturale della propria terra con un’apertura al mondo”. 

Mantenere i giovani nella vallate è possibile creando delle commodity, ad incominciare dai mezzi di trasporto, con tempi più brevi di percorrenza e infrastrutture adeguate. 

Da giovane, Bertolini non poteva dimenticare la digitalizzazione delle vallate e la formazione: “Fondamentale per allineare su standard qualitativi più alti giovani delle valli a quelli delle città. La flessibilità della programmazione scolastica è necessaria per rapportarci con le aziende del territorio mentre è necessario recuperare la qualità della scuole professionali, spesso sminuite”.

Sviluppo economico e coesione sociale

Il gruppo di lavoro ha concluso cambiando il nome al macrotema in “Coesione territoriale è sviluppo economico”. Lo ha spiegato all’assemblea Giannina Montaruli: “Senza coesione sociale non è possibile alcun sviluppo economico del territorio”. Due sono gli asset su cui basare coesione e sviluppo: patrimonio ambientale ed Autonomia. Le criticità sono invece individuabili in ricambio generazionale, cambiamento climatico, semplificazione fiscale e burocratica. 

“La marginalità dei territori - ha osservato Montaruli - si può contrastare con l’innovazione che non deve dimenticare gli ambiti più piccoli e decentrati. Il processo virtuoso deve valorizzare le buone prassi e semplificare, andando a premiare modelli di impresa e lo sviluppo di reti di imprese. Mobilità, ambiente e fibra ottica sono fattori di sviluppo economico ma serve una regia forte tra pubblico e privati”. 

Di obiettivi ha invece parlato Patrizia Ballardini: “Raggiungere il benessere economico e sociale serve a contrastare lo spopolamento e limitare la marginalità delle valli. Così come serve garantire servizi per cittadini ed ospiti, e pari opportunità di accesso agli stessi”.

Altri due obiettivi portati all’attenzione della giunta e dell’assemblea sono stati la mobilità e la formazione. 

“Riteniamo essenziale - ha proseguito - l’integrazione tra settori economici. La filiera del turismo deve integrare altre filiere quali sport, artigianato ed agricoltura, fino all’industria. La sfida che ci attende è di coniugare modelli di sviluppo diversi, ad esempio il turismo intensivo con i nuovi modelli contemporanei di turismo, in cui l’ospite cerca una vacanza con una molteplicità di esperienze”. 

L’unicità del territorio trentino rimane - come sostenuto da altri relatori - la risorsa fondamentale. “La qualità - ha sottolineato Ballardini - è la nostra migliore opportunità. Un territorio di qualità garantisce il benessere delle persone, così come un’economia di qualità si riflette con prodotti di qualità da immettere sul mercato. La qualità del Trentino deve essere vera e autentica, senza compromessi. La qualità è l’elemento sostanziale per affermare il prodotto sul mercato”.

Paesaggio Ambiente e Territorio

Tra gli interventi più attesi c’era quello del professor Annibale Salsa, antropologo e docente universitario che si è occupato di rappresentare in sintesi i tre temi, la cornice generale: Qualità (“Fondamentale, elementale primario a scapito della quantità”), Vivibilità (“Si pone in contrasto con la sopravvivenza, anticamera dello spopolamento”), e Cultura (“La comunità è protettrice di cultura quando ha consapevolezza del proprio territorio”). 

Secondo Salsa, le risorse naturali - acqua, aria e terra - sono il cuore del Trentino: “Usciamo dal dualismo di chi intende le aree protette come zone chiuse e chi ne chiede l’apertura. Si deve agire ma il problema è sul come. Si può fare quasi tutto, purché bene”. 

Parlando di urbanistica e architettura, Salsa ha chiesto lo stop alle seconde case (“Danneggiano l’attrattività e generano solo nuovi costi”), mentre si è detto favorevole alla riqualificazione dei centri storici. 

Agricoltura e allevamento devono invece essere tarati al territorio: “Il Trentino non ha bisogno di modelli intensivi di tipo padano, bensì di qualità”. Se l’artigianato non deve perdere la cultura del prodotto “fatto a mano”, il turismo deve basarsi su una filiera corta (“Gli alberghi devono essere i veicoli verso gli ospiti dei prodotti locali”). 

In tema di vivibilità, Salsa ha evocato un maggior senso identitario dell’appartenenza al territorio: “Rialfabetizziamo i giovani alla territorialità, bloccando l’analfabetismo di ritorno”. E a questo proposito Salsa ha chiesto alla Provincia e alla politica di tornare ad avere il controllo della scuola e dei programmi: “Autonomia e autogoverno non si difendono se non si conoscono”.

In chiusura della prima parte sono intervenuti anche Paride Gianmoena, presidente del Consiglio delle Autonomie locali che ha trattato i temi della responsabilità della politica e dell’Autonomia ("Strumento e traguardo della stessa politica"), seguito da Luigi Casanova in rappresentanza delle associazioni ambientaliste del Trentino: “La tempesta Vaia ci ha insegnato quanto siano importanti l’ecosistema e la biodiversità. Mi chiedo inoltre se Dolomiti Patrimonio dell’Unesco sia un patrimonio da gestire oppure un’operazione di mero marketing”.

Il lavoro è stato al centro dell’intervento di Walter Alotti (Uil Trentino) che ha parlato a nome di tutti i sindacati confederati: “La qualità del lavoro è i problema del Trentino dove non abbiamo un problema di quantità”.

Da Fausto Manzana, presidente di Confindustria Trento e coordinatore del Tavolo provinciale degli imprenditori, è arrivata la visione di un mondo economico, compatto a chiedere alla politica concretezza ed azione: “Sono d’accordo con il professor Salsa, fare delle scelte è compito della politica e noi siamo a vostra disposizione”. Secondo Manzana, ad esempio, il turismo deve rilanciare con un’offerta di qualità mentre gli enti locali devono trovare un’omogeneità nell’interpretazione delle norme e maggiore efficienza: “Si è perso l’orgoglio di servire i nostri cittadini e le nostre imprese”.

Il rischio intravisto da Manzana è di “scollegarci dall’Europa che funziona e che ci piace, per avvicinarsi ad un’Italia che non funziona”. 

Anche secondo Manzana va prestata “massima attenzione” agli anziani, area dove è “determinante il contributo delle cooperative sociali”. 

Ritornando ai temi economici, il rappresentante di Confindustria Trento, ha insistito sulla formazione e la creazione di lavoro: “L’accesso al credito - ha aggiunto - è necessaria per far evolvere le imprese e le nostre infrastrutture. Imprese industriali e artigiane hanno in larga parte gli stessi problemi. Il credito è lievito per far crescere i progetti”. 

La qualità è ,anche per Manzana, un fattore distintivo, ma serve uno scatto in avanti: “Condivido la cultura del sì ma la vera sfida è come. Solo così riusciremo a premiare il nostro futuro. Da imprenditore, sono ottimista”.

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