Agenzia del Lavoro
Il luogo delle opportunità

La musica, passione e professioni: Rudy Zerbi ed i protagonisti di "Swipe: scorrendo tra le generazioni"

Shablo, Marco Masoli, Michele Nudo e Marta Blumi per raccontare come sono cambiati i mestieri. Domani il laboratorio con Andy The Hitmaker
Il mondo della musica ha a che fare con l’economia non solo per i capitali che smuove, ma anche per le tante professioni che lavorano dietro le quinte, oltre che sul palco. E ieri a raccontarle nella lounge di piazza Fiera per il Festival dell’Economia c’erano il noto volto televisivo e dj radiofonico Rudy Zerby, il produttore e manager Shablo, il produttore musicale Andry the Hitmaker, l’AR director Marco Masoli, l’autrice e comunicatrice Marta Blumi Tripodi e l’Ar director Michele Nudo. L’evento, la seconda puntata del festival Swipe: scorrendo tra le generazioni, era promosso da Fondazione Caritro.

 Il loro talk è iniziato con un racconto sul mondo della musica spaziando tra le diverse figure, non solo con i riflettori puntati sull'artista. «Ruoli anche molto diversi tra loro, accomunati da un minimo comune denominatore: la passione per la musica» ha sottolineato Marco Masoli. Passione che per quanto lo riguarda lo ha “strappato” ad una carriera che era iniziata come consulente finanziario, dopo la laurea in economia. «La sera, dopo quel lavoro d’ufficio, facevo piccoli lavori nel campo della musica fino a che, facendomi conoscere nell’ambito dopo aver cambiato diverse volte, sono venuti a cercarmi». Anche Michele Nudo è stato premiato da costanza e determinazione: «Arrivo da Avellino e ho sempre avuto questa forte passione dai 5 anni. Suonavo la tromba, perché mi ero iscritto nell’unica scuola di musica della città. Gli studi in ingegneria del suono a Milano sono una scusa per andare via e lì ho conosciuto i professionisti, facevo qualsiasi cosa potessi fare nel mondo della musica. Poi nel 2018 è arrivata la mia occasione: cercavano un giovane all’Universal Music Italia».

Coltivare le propria passione è il consiglio che è stato ribadito più volte ai giovani che hanno partecipato all’evento ieri pomeriggio. Da Rudy Zerbi e da tutti gli altri protagonisti del talk, scandito dalla pioggia battente come da un ritmo musicale.

«Ho iniziato nella mia cameretta, senza mai studiare musica» ha sceltato Andry the Hitmaker. «Volevo fare basi, mi sono messo lì col computer e, testardo come sono, ci sono riuscito. Ho iniziato a produrre i rapper di zona, io vengo Rozzano. Poi ho iniziato a scrivere i brani. Sono cresciuto a metà tra la  vecchia e ka nuova generazione e sono riuscito a crearmi un business coi social. Ero una talpa da studio».

Per Shablo il vertice della carriera è arrivato dopo una lunga scalata, «quando mi sono trovato a firmare artisti che ora sono al numero uno nel mercato italiano: ci vuole comunque dedizione per arrivare a certi traguardi». Il suo racconto è passato dai tempi in cui si faceva la fortuna con la vendita dei dischi alla crisi del mercato discografico.

Tra le professioni della musica, ci sono anche quelle di chi la racconta. Come Marta Blumi: «Ho iniziato a scrivere sui blog: la sera partecipato ad un concerto, la mattina salvato scuola per scriverne. I social non c’erano, eravamo un centinaio tra chi il rap lo faceva e chi lo ascoltava, ci conoscevamo tutti. Poi il rap è diventato gigante e il mio è diventato un mestiere. Ora mi trovo a farlo con tantissimi giovani che possono farlo anche con supporti più creativi e i media tradizionali hanno meno appeal. Mi trovo a parlare a gente che ha meno della metà dei miei anni».

«E la musica del futuro, come sarà? » ha chiesto Rudy in chiusura: «In Italia torneranno il pop dei cantautori, a livello globale saranno valorizzate le cose più nuove, anche se non nasceranno nuovi generi, sarà un mix».

Domani mani in pasta con Andy Th Hitmaker e il laboratorio in Fondazione Caritro.

SWIPE Nella foto: Marta Blumi, Shablo, Marco Masoli, Andry The Hitmaker, Michele Nudo, Rudy Zerbi
Torna all'inizio