Assegno unico: nuovi sostegni alle famiglie più numerose e ulteriori agevolazioni per l’asilo nido e i genitori con lavoro precario
Olivi: "Uno strumento innovativo contro la povertà per l’inclusione sociale e le famiglie unico per intensità ed universalità in Italia"
Le domande potranno essere presentate dal 10 di ottobre.
Quattro gli obiettivi su cui la Giunta ha "tarato" questo strumento che rappresenta un unicum in Italia e conferma come tale il ruolo di apripista che l'Autonomia trentina può assumere anche nei confronti del resto del Paese: universalità, perché l'assegno unico non è categoriale, ma interessa tutti coloro che manifestano particolari situazioni di bisogno, equità, per incidere anche sulle nuove forme di disuguaglianza, generate in particolare dalla precarietà della condizione lavorativa, efficacia, perché la misura incoraggia le persone a migliorare la loro posizione, ed infine semplificazione, a vantaggio sia dei cittadini sia dell'amministrazione, chiamata a a valutare le diverse situazioni e ad erogare le prestazioni previste. Che non si tratti di una misura meramente assistenziale lo si evince pienamente dai contenuti del patto di servizio che i beneficiari sono chiamati a sottoscrivere, che prevede non solo percorsi per il reinserimento lavorativo a beneficio di coloro che avessero perso l'impiego ma anche percorsi mirati di cittadinanza attiva, conformemente al profilo e ai bisogni degli interessati (con particolare riferimento alle categorie più esposte come giovani, donne che hanno perso l'impiego magari in seguito ad una maternità, stranieri e così via).
L'universalità e l'equità, i principali pilastri della riforma, vengono garantiti da una scelta fondamentale, l'individuazione di un indicatore unico, omogeneo e trasparente, quello dell'Icef, ma prevedendo soglie diverse a seconda dell'obiettivo: 0,16 per il sostegno al reddito, 0,30 per il sostegno garantito alle famiglie con figli, 0,40 per le misure riguardanti gli asili nido. Prima per alcune categorie contava l'Icef, per altre il reddito, per altre ancora il numero dei componenti della famiglia.
"Avere adottato un unico indicatore di ingresso - sottolinea ancora il vicepresidente Olivi - significa avere individuato nell'equità sociale la nostra 'stella polare', la nostra guida principale. Le novità che abbiamo introdotto in questa fase finale ne sono un'ulteriore conferma. A partire da quelle per le famiglie con figli piccoli per l'accesso ai servizi della prima infanzia. Oggi l'accesso al nido per il primo figlio non può costare più 250 euro per coloro che percepiscono redditi alti e 40 euro per i redditi bassi. La novità ora è che dal secondo bambino, indipendente dall'Icef, la soglia massima di spesa scende a 150 euro. Abbiamo inoltre tenuto conto del precariato, problema che non si risolverà immediatamente anche a fronte di una crescita del Pil, e nonostante le ultime rilevazioni parlino di un aumento dei contratti di lavoro a tempo indeterminato: in una famiglia con figli, all'eventuale venir meno del reddito familiare, in tutto o in parte, prevediamo che qualsiasi sia il costo sostenuto per l'asilo nido esso venga ridotto del 50%. Infine, abbiamo previsto un rafforzamento del contributo provinciale per chi ha bambini, a partire dal secondo figlio, ricalibrando la scala di equivalenza. Verrà garantito quindi un aumento del contributo, a parità di Icef, proporzionale all'aumento dei figli".
